Il primo libro di cucina italiana in assoluto. La cucina italiana è ormai famosa in tutto il mondo. Soprattutto per la grande varietà di piatti e varianti, che rivaleggiano con la Cina. Ma non è sempre stato così in Italia. Il suo canone di regole e costumi divenne comune solo nell’Ottocento.
Tutto inizia in una città di 13.000 abitanti. Un villaggio chiamato Forlimpopoli, situato in provincia di Forlì-Cesena in Emilia-Romagna. Questo piccolo paese si sviluppa attorno ad una rocca ed è qui che nel 1820 nacque Pellegrino Artusi.
Il padre era un ricco droghiere e il figlio studiò lettere classiche a Bologna. Ma, dopo un evento molto traumatico, nel 1852. Aveva 30 anni e una notte una famosa banda di banditi entrò nella sua casa e distrusse per sempre la pace della sua famiglia, molestando le sorelle. Traumatizzati, si trasferirono a Firenze.
Pellegrino mise giù i libri di letteratura e vi fondò una banca, arricchendosi. All’età di cinquant’anni aveva accumulato abbastanza soldi per venderla e andare in pensione, donandosi alle lettere. In particolare, era anche molto appassionato di cucina. Per questo motivo decise di trascrivere varie ricette popolari e di sperimentarle lui stesso.